A don Luciano…

23 Gennaio 2024

Ringrazio tutti per la partecipazione in questi tre giorni in particolare don Giacomo, il vicario di mons. Mario e le autorità pubbliche. Don Giovanni e la comunità dei fratelli mi hanno chiesto di ringraziare tutti per come si è stati capaci di assistere e di accompagnare il nostro don Luciano nel suo mese di ospedale. Uno su tutti: Livio, il dottor Livio è stato straordinario.

Di parole belle su don Luciano ne sono state dette tante in questi giorni, sono tutte vere e azzeccate e io ne aggiungo una sola. Sappiamo come don Luciano volesse bene a tutti, ma un debole particolare ce l’aveva per il Burundi, e spesso per spiegare qualche concetto usava termini che provenivano dal Kirundi, la lingua del Burundi che lui conosceva benissimo.

La parola che aggiungo è: Umushingantahe.

Chi è l’Umushingantahe? Qui ci sono le sorelle barundi che potrebbero spiegarlo meglio di me. L’Umushingantahe nel Burundi è la persona saggia che diventa riferimento per tutti. Ce ne sono poche! Sulle colline se ne trova una qua e una là; non è nominato dalle autorità pubbliche, è scelto e riconosciuto dalla gente comune. È la persona riservata, mai pettegola, che sa ascoltare e incoraggiare chi si rivolge a lui, che dà consigli preziosi. La gente cerca l’Umushingantahe soprattutto quando ha dei problemi, problemi di ogni genere, in particolare quando c’è un disaccordo tra uno e l’altro. La risposta, il parere dell’Umushingantahe è accettato da tutti perché si sa che il suo parere è quello giusto, è disinteressato.

Ecco, don Luciano era il mio ma anche il nostro Umushingantahe: penso lo fosse per tutti. Credo che tutti qui siamo stati aiutati in qualche modo da lui, in modo discreto, rassicurante, sappiamo com’era fatto. Lui c’era per tutti quando lo chiamavi, ma spesso arrivava anche senza chiamarlo.

Ci mancherà tanto! Ci mancherà il suo: “Dai curagg… niviyo” (e quest’ultima è un’altra parola Kirundi, che significa: “va bene, va bene così”). È dura: gli volevamo bene, ci volevamo bene.

Ciao Umushingantahe.

Agostino Fedeli, presidente Vispe

Articoli correlati