“Scuola di adultità”: tre giovani, tre mesi, un’esperienza

7 Giugno 2021

Una storia di convivenza, di passi fatti insieme e di condivisione: tre mesi fuori di casa, insieme, in un appartamento. Ecco come i nostri adolescenti stanno imparando a vivere insieme, in un’esperienza che avrà una naturale continuazione con la partenza di alcuni di loro per il Burundi. Così, al Vispe, combattiamo l’analfabetismo della relazione.

Vita comune

Mi è capitato spesso di proporre a giovani esperienze di vita comune soprattutto di questi tempi. La dispersione del vivere, un certo crescente individualismo e il venir meno di esperienze comunitarie anni fa forse più comuni, rischiano di condurci ad una sorta di analfabetismo della relazione che rende più difficile il vivere insieme.

A Badile, don Alessandro pensando con me agli spazi della cascina, aveva coniato il termine “scuola di adultità”. Dare la possibilità a giovani di “assaggiare” l’uscita da casa verso scelte di vita adulta, insieme ad altri giovani, condividendo qualche spazio, qualche tempo, qualche lavoro, un po’ di preghiera, qualche sogno… mi sembra proprio prezioso.

Concretamente negli appartamenti sopra l’ufficio VISPE abbiamo vissuto 3 mesi con 3 giovani. Nell’appartamento in cascina abbiamo iniziato con Stefania a cui si è aggiunta Letizia per diversi mesi (con Stefania per più di un anno).

L’ultima esperienza vissuta nei mesi scorsi è riuscita poi ad essere volàno di presenze soprattutto al sabato, nonostante la non conclusa vicenda pandemica. La presenza di Sebastiano praticamente a tempo pieno per 4 mesi ha permesso di sognare il campo dietro la chiesa come uno spazio in cui imparare un po’ insieme “la fatica dei poveri” e saggiare la bellezza di “faticare” insieme per qualcosa, per un sogno comune. È stata una presenza “contagiosa” che ha portato a condividere un paio di settimane con altri 7 giovani prima della partenza per il Burundi. Ora è presente Emanuele che compirà il terzo mese di presenza prima di raggiungere in Burundi Temes e Sebastiano a fine giugno.

In realtà il pensiero di convivenze più brevi, anche solo nei fine settimana era già un’idea in cantiere  per gli incontri formativi degli adolescenti. Non è stato possibile fino ad ora ma attendiamo di poterlo proporre al più presto.

La strada è aperta…

Don Luciano

Allora quand’è che vieni a stare a Badile?

Frase tipica di don Luciano Pozzi, che personalmente mi sono sentito dire diverse volte negli ultimi mesi. Ebbene, da gennaio 2021 mi sono trasferito a Badile, nell’attesa di partire per il Burundi in primavera. Ok è una situazione temporanea, e forse questa modalità di vita non è fattibile per lunghi periodi. Eppure temporaneo non significa che non sia bello, anzi. Personalmente credo valga moltissimo la pena vivere un’esperienza del genere.

Cosa si fa?

Niente di eclatante: si Vive! E si cerca di farlo in un modo che sia il più bello possibile. Essendo in attesa di partire per il Burundi, sono libero da impegni quali lavoro e studio.

E quindi cosa fai tutto il giorno?

Classica domanda che TUTTI mi fanno sempre. Bene mi rendo disponibile sia per il Vispe, sia per la Parrocchia. Per il primo spesso devo andare a recuperare materiale da spedire in Burundi, per la seconda, beh c’è un campo enorme da tener pulito dai rovi oltre all’attività della legna, finalizzata alla raccolta fondi. E lo stesso sta accadendo in questo momento con Emanuele, un ragazzo che da pochi giorni è diventato mio coinquilino. All’inizio un po’ per caso, con l’idea di fare qualche giorno. Poi, evidentemente contento di questo stile, ha deciso di prolungare la sua permanenza.

E qual è questo stile?

Concretamente, aldilà dei vari lavori, al mattino con il don facciamo insieme colazione ed una semplice preghiera: ascoltiamo una breve lettura o riflessione sul Vangelo del giorno, ed in seguito ringraziamo Dio per qualcosa di bello che ci è accaduto nella giornata precedente, o affidiamo a Dio una persona o una situazione che dovremo vivere nella giornata che inizia. Mi soffermo su questo punto perché, sebbene estremamente semplice, è un bellissimo modo per fermarsi un attimo a riflettere, prima che la frenesia della giornata tolga spazio e tempo a tutto il resto. In questo modo ripensando a ciò che è accaduto ieri o a ciò che accadrà domani e condividendolo con qualcun altro, c’è una maggior consapevolezza che ogni giornata sia diversa da tutte le altre, e questo può portare ad impegnarsi al massimo nella giornata che ci si accinge a vivere. Così si può arrivare a sera contenti di non aver sprecato il proprio tempo.

E poi?

E poi ovviamente ci sono le piccole cose quotidiane, quelle cose classiche della convivenza che possono fare veramente tanto bene ad ognuno di noi. Cucinare assieme, lavare i piatti e la casa assieme, fare la spesa assieme, cenare assieme… E possono essere tutte occasioni per coltivare relazioni e per crescere. Detta così sembra una frase fatta, quindi io, che preferisco la pratica, vi faccio un esempio. E’ esattamente quello che sta accadendo con Emanuele, e che è già successo poco tempo fa con Federico ed Elisa, due ragazzi che tramite il Vispe sono poi andati in missione in Bolivia. Anche loro sono stati miei coinquilini per 2 settimane. In queste semplici situazioni quotidiane, tra una battuta e l’altra, spesso mi hanno tartassato di domande sulla missione, sui poveri che ho conosciuto in Burundi, sulla storia del Vispe, al punto tale che ad un certo punto non ero quasi più in grado di rispondere. Inoltre nella quotidianità abbiamo avuto modo di farci domande anche più personali a vicenda, motivo per cui con Emanuele ora, con Federico ed Elisa prima, ho condiviso solo poche settimane della mia vita, eppure mi sembra di conoscerli da tantissimo tempo. Ecco, anche se doveste fare una convivenza con persone che conoscete da tempo, vi assicuro che ci sarà modo di scoprire tante cose in più sull’altro e di veder maturare ulteriormente il vostro rapporto di amicizia.

Sì ok tutto molto bello ma io studio/lavoro, non ho molto tempo libero.

Non è assolutamente un problema! Tant’è che anche nel 2018, ho fatto 3 mesi di convivenza a Badile, e la sostanza è la stessa di ora. Ai tempi lavoravo, e i miei 2 coinquilini studiavano, ognuno gestiva i propri impegni “normali”, compreso il semplice vedersi con i propri amici, ma poi c’erano dei momenti per tutti e 3, a cui a volte si aggiungeva il don. Si tratta semplicemente di organizzarsi… e di vivere!

Allora quand’è che vieni a stare a Badile?

Sebastiano

Convivenza di un futuro alchimista. 

Immaginatevi di essere sopra il vostro bancone bar, di star miscelando dei drink per i vostri clienti abituali e di star passando una delle vostre classiche serate da bar tender, tutto d’un tratto arriva la notizia che cambierà la vita dei vostri prossimi mesi: il LOCK DOWN! 

Come potevo occupare il tempo per non stare a casa a girarmi i pollici?  

Come potevo usufruire della mia passione per il mondo dei distillati e liquori, senza poter servire un drink dopo le 18:00? (orario in cui era entrato in vigore la chiusura dei locali nonché orario di apertura del mio locale) 

Già da tempo avevo avviato tramite il mio dentista (ex missionario del VISPE), questo piccolo progetto di un frutteto nel campo della chiesa di Badile, destinato per un futuro al raccolto della frutta con cui fare vari prodotti… tra cui (da buon Barman) anche liquori di ogni tipo e gusto. 

Abitando a Cinisello, l’unico ostacolo che avevo era lo spostamento che doveva essere ogni volta “autogiustificato” e avendo tanto tempo libero mi ritrovai a venire sempre di più a Badile, il che voleva dire sprecare migliaia di fogli di auto certificazioni e soldi in benzina. 

Così un giorno, a pranzo dal Don Luciano, ecco la risposta ai miei problemi: trasferirmi a Badile e iniziare la convivenza con un altro ragazzo. Qualche istante per rifletterci, ed ero pronto a fare la valigia! 

E bene dopo due giorni dalla proposta ero pronto ad immergermi completamente nel progetto Flora e far partire la convivenza con un ragazzo che fino ad allora avevo solo visto di sfuggita mentre caricavamo la legna per il signor Antonello, ovvero Sebastiano. 

Trovai subito un’accoglienza serena e piacevole, la casa era piacevolmente calda sia di arredo che di persone, se conoscete il Don Luciano potete solo immaginare. 

Mi ambientai fin da subito, e trovai il mio/nostro equilibrio con naturalezza, mi mancava solo da rimboccarmi le maniche e dare un senso alla mia fatica! 

Per un primo periodo mi dedicai prevalentemente a piantare e curare le piante del frutteto, qualche volta chiesi una mano a Sebastiano e piano piano incominciammo a conoscerci e scoprire reciprocamente chi eravamo. 

Tramite i momenti di riflessione che facevamo al mattino e la sera, e tra una partita a scacchi e l’altra mi incuriosii sempre di più al percorso che stava facendo Sebastiano nel pre-partenza per una missione di volontariato in Burundi! 

La vita qui al VISPE proseguiva che era un piacere svegliarsi al mattino anche se alle 7.00 con la fantastica suonata del campanile, e nel corso delle prime settimane incominciai a conoscere sempre di più i “grandi” missionari e tutte le loro missioni nei vari luoghi. 

Ricordo che rimanevo incantato e sempre più incuriosito dai loro racconti, tanto che iniziai a pensare se potessi provarci anche io a dedicare il mio tempo per un qualcosa di più grande. 

Passarono le prime 2 settimane, e il progetto del frutteto era quasi ormai completato, così iniziai a trascorrere più tempo con Sebastiano e a dargli una mano nei suoi impegni, e nel mentre lo martoriavo di domande di ogni tipo sulle missioni ei missionari. 

Il progetto Flora dopo altre 2 settimane era ormai quasi finito, pronto per aspettare i primi frutti con i quali fare i miei famosi liquori mielati un domani. Non volevo però, finire l’esperienza di convivenza qui a Badile… mi piaceva e mi faceva stare sereno lavorare la terra e dare una mano al magazzino del VISPE, decisi così di prolungare la mia permanenza e dedicarmi non solo alla cura del frutteto ma anche ad altre mansioni.  

Per esempio dare una mano con i traslochi alla gente del posto, fare consegne per il mercatino del VISPE o riempire i container da spedire nelle varie missioni in giro per il mondo 

È trascorso ormai già più di un mese dal mio primo giorno qui, e ormai sono entrato nel piacevole equilibrio di questa realtà. Lavorare per uno scopo comune e faticare per un qualcosa di valido, qualsiasi lavoro esso sia mi fa stare bene e riempie le mie giornate, tanto da iniziare a pensare a qualcosa di più che un semplice campo da coltivare. 

Nel mentre che trascorrevano i giorni ho fatto nuove conoscenze e scoperto tanti altri punti di vista e storie parallele che magari seduto a casa a far nulla non avrei mai potuto conoscere, difatti, quasi allo scadere del secondo mese di convivenza, e dopo un’attenta riflessione sulle motivazioni, se prima dicevo a Sebastiano di raccontarmi del Burundi, oggi dico a mia madre… TI RACCONTERO’ DEL BURUNDI! 

Emanuele

“L’école de adultitè” : trois jeunes, trois mois, une expérience.

Une histoire de vie commune, de démarches communes et de partage : trois mois loin de chez soi, ensemble, dans un appartement. C’est ainsi que nos adolescents apprennent à vivre ensemble, dans une expérience qui aura une suite naturelle avec le départ de certains d’entre eux pour le Burundi. De cette manière, chez Vispe, nous luttons contre l’analphabétisme des relations.

Vie commune

Il m’est souvent arrivé de proposer aux jeunes des expériences de vie commune, surtout en ces temps. La dispersion de la vie, un certain individualisme croissant et la disparition des expériences communautaires qui étaient peut-être plus courantes il y a quelques années, risquent de nous conduire à une sorte d’analphabétisme relationnel qui rend plus difficile le vivre ensemble.

À Badile, Don Alessandro, en réfléchissant avec moi aux espaces de la ferme, a inventé le terme ” école de adultitè “. Donner aux jeunes la possibilité de “goûter” le départ de la maison vers des choix de vie d’adulte, avec d’autres jeunes, en partageant un espace, un temps, un travail, un peu de prière, des rêves… cela me semble vraiment précieux.

Concrètement, dans les appartements situés au-dessus du bureau de VISPE, nous avons vécu pendant 3 mois avec 3 jeunes. Dans l’appartement de la ferme, nous avons commencé avec Stefania, puis Letizia nous a rejoints pendant plusieurs mois (avec Stefania pendant plus d’un an).

La dernière expérience vécue ces derniers mois a pu être un volant de présences surtout le samedi, malgré la pandémie inachevée. La présence de Sebastiano pratiquement à plein temps pendant 4 mois nous a permis de rêver que le camp derrière l’église devienne un espace où nous pourrions apprendre ensemble “le dur labeur des pauvres” et goûter à la beauté de “travailler” ensemble pour quelque chose, pour un rêve commun. Une présence “contagieuse” qui a conduit à partager quelques semaines avec 7 autres jeunes avant de partir pour le Burundi. Emanuel est maintenant présent et il en sera à son troisième mois de présence avant de rejoindre Temes et Sebastian au Burundi à la fin du mois de juin.

En réalité, l’idée de vivre ensemble pendant des périodes plus courtes, ne serait-ce que le week-end, était déjà envisagée lors des rencontres formatrices des adolescents. Ce n’était pas possible jusqu’à présent mais nous attendons de pouvoir le proposer prochainement.

La route est ouverte…

Don Luciano

Alors, quand venez-vous séjourner à Badile ?

Une phrase typique de Don Luciano Pozzi, que je me suis personnellement entendu dire plusieurs fois ces derniers mois. Eh bien, depuis janvier 2021, je me suis installé à Badile, en attendant de partir pour le Burundi au printemps. D’accord, c’est une situation temporaire, et peut-être que ce mode de vie n’est pas envisageable pour de longues périodes. Pourtant, être temporaire ne signifie pas que ce n’est pas agréable, au contraire. Personnellement, je pense que cela vaut vraiment la peine de vivre une telle expérience.

Que faites-vous ?

Rien de frappant : vous vivez ! Et vous essayez de le faire d’une manière qui soit aussi belle que possible. Depuis que j’attends de partir pour le Burundi, je suis libre de mes engagements tels que le travail et les études.

Alors qu’est-ce que tu fais toute la journée ?

Question classique que TOUT LE MONDE me pose toujours. Eh bien, je me rends disponible à la fois pour la Vispe et pour la Paroisse. Pour le premier, je dois souvent aller chercher du matériel pour l’envoyer au Burundi, pour le second, eh bien il y a un immense champ à nettoyer des ronces en plus de l’activité du bois, destinée à récolter des fonds. Et la même chose se passe en ce moment avec Emanuele, un garçon qui est devenu mon colocataire il y a quelques jours. D’abord un peu par hasard, avec l’idée de faire quelques jours. Puis, manifestement satisfait de ce style, il a décidé de prolonger son séjour.

Et quel est ce style ?

Concrètement, en dehors des différents travaux, le matin avec le don nous prenons le petit déjeuner ensemble et une prière simple : nous écoutons une courte lecture ou réflexion sur l’Évangile du jour, et ensuite nous remercions Dieu pour quelque chose de bon qui nous est arrivé la veille, ou nous confions à Dieu une personne ou une situation que nous devrons vivre dans la journée qui commence. Je m’attarde sur ce point car, bien qu’extrêmement simple, il s’agit d’une belle façon de s’arrêter un instant et de réfléchir, avant que l’agitation de la journée n’empiète sur l’espace et le temps de tout le reste. De cette façon, en pensant à ce qui s’est passé hier ou à ce qui se passera demain et en le partageant avec quelqu’un d’autre, on prend davantage conscience que chaque jour est différent de tous les autres, ce qui peut nous amener à nous engager au maximum dans la journée que nous allons vivre. Ainsi, vous pourrez arriver à la soirée heureux de ne pas avoir perdu votre temps.

Et puis quoi ?

Et puis, bien sûr, il y a les petites choses quotidiennes, ces choses classiques de la vie en commun qui peuvent vraiment faire beaucoup de bien à chacun d’entre nous. Cuisiner ensemble, faire la vaisselle et la maison ensemble, faire les courses ensemble, dîner ensemble… Et toutes ces occasions peuvent être l’occasion de cultiver des relations et de grandir. Cela ressemble à une phrase cliché, alors moi qui préfère le côté pratique, je vais vous donner un exemple. C’est exactement ce qui se passe avec Emanuele, et c’est ce qui s’est passé il y a peu avec Federico et Elisa, deux jeunes qui, grâce à Vispe, sont partis en mission en Bolivie. Eux aussi ont été mes colocataires pendant deux semaines. Dans ces simples situations quotidiennes, entre une blague et une autre, ils m’ont souvent harcelé de questions sur la mission, sur les pauvres gens que j’ai rencontrés au Burundi, sur l’histoire de Vispe, au point qu’à un certain moment, j’étais presque incapable de répondre. De plus, dans notre vie quotidienne, nous avions l’occasion de nous poser des questions plus personnelles, c’est pourquoi avec Emanuele maintenant, avec Federico et Elisa avant, je n’ai partagé que quelques semaines de ma vie, et pourtant j’ai l’impression de les connaître depuis longtemps. Voilà, même si vous deviez vivre avec des personnes que vous connaissez depuis longtemps, je vous assure qu’il y aura moyen de découvrir beaucoup plus de choses les uns sur les autres et de voir votre amitié mûrir davantage.

Oui ok tout est très bien mais j’étudie/travaille, je n’ai pas beaucoup de temps libre.

Ce n’est absolument pas un problème ! A tel point que même en 2018, j’ai fait 3 mois de vie commune à Badile, et la substance est la même que maintenant. À l’époque, je travaillais et mes 2 colocataires étudiaient, chacun gérait ses engagements “normaux”, y compris le fait de se voir avec ses amis, mais il y avait des moments pour nous 3, auxquels s’ajoutait parfois le don. Il s’agit simplement de s’organiser… et de vivre !

Alors, quand venez-vous séjourner à Badile ?

Sebastiano

Conviction d’un futur alchimiste.

Imaginez que vous vous tenez au comptoir de votre bar, que vous mélangez des boissons pour vos habitués et que vous passez l’une de vos soirées classiques de barman, et que tout à coup arrive la nouvelle qui va changer la vie de vos prochains mois : le LOCK DOWN !

Comment pourrais-je occuper le temps de ne pas rester à la maison à me tourner les pouces ? 

Comment profiter de ma passion pour le monde des spiritueux et des liqueurs sans pouvoir servir un verre après 18 heures ? (heure à laquelle la fermeture des bars et restaurants et l’heure d’ouverture de mon bar sont entrées en vigueur).

Depuis quelque temps déjà, j’avais commencé, par l’intermédiaire de mon dentiste (ancien missionnaire de VISPE), ce petit projet de verger dans le champ de l’église de Badile, destiné à une future récolte de fruits avec lesquels on pourra faire divers produits… y compris (en bon barman) des liqueurs de toutes sortes et de tous les goûts.

Vivant à Cinisello, le seul obstacle que j’avais était le mouvement qui devait être chaque fois “auto-justifié” et ayant tellement de temps libre, je me suis retrouvé à venir de plus en plus à Badile, ce qui signifiait gaspiller des milliers de feuilles d’homologation de voiture et de l’argent en essence.

Alors un jour, lors d’un déjeuner chez Don Luciano, voici la réponse à mes problèmes : déménager à Badile et commencer à vivre avec un autre gars. Quelques instants de réflexion, et j’étais prête à faire ma valise !

Et bien après deux jours de la proposition, j’étais prête à m’immerger complètement dans le projet Flora et à commencer à vivre avec un type que jusqu’alors je n’avais vu qu’en passant pendant que nous chargions le bois pour M. Antonello, ou Sebastian.

J’ai immédiatement trouvé un accueil paisible et agréable, la maison était agréablement chaleureuse tant au niveau des meubles que des personnes, si vous connaissez Don Luciano vous ne pouvez qu’imaginer.

Je me suis tout de suite installée, et j’ai trouvé mon / notre équilibre naturellement, j’avais juste besoin de retrousser mes manches et de donner un sens à mes efforts !

Pendant une première période, je me suis consacré principalement à la plantation et au soin des plantes du verger, parfois je demandais un coup de main à Sebastiano et lentement nous avons commencé à nous connaître et à découvrir qui nous étions.

A travers les moments de réflexion que nous avons eus le matin et le soir, et entre une partie d’échecs et une autre, je suis devenu de plus en plus curieux du chemin que Sebastiano suivait dans le cadre du pré-départ pour une mission de volontariat au Burundi !

La vie ici à VISPE a continué à être un plaisir de se réveiller le matin, même si c’était à 7h00, avec le son fantastique du clocher, et pendant les premières semaines j’ai commencé à connaître de plus en plus les “grands” missionnaires et toutes leurs missions dans les différents endroits.

Je me souviens que je suis restée enchantée et de plus en plus intriguée par leurs histoires, à tel point que j’ai commencé à me demander si je pouvais aussi essayer de consacrer mon temps à quelque chose de plus grand.

Les deux premières semaines ont passé, et le projet de verger était presque terminé, alors j’ai commencé à passer plus de temps avec Sebastian et à l’aider avec ses engagements, tout en le martelant de toutes sortes de questions sur les missions et les missionnaires.

Le projet Flora, après 2 semaines supplémentaires, était presque terminé, prêt à attendre les premiers fruits avec lesquels je ferai mes fameuses liqueurs au miel demain. Mais je ne voulais pas en finir avec l’expérience de la vie ici à Badile… J’ai aimé et je me suis sentie en paix en travaillant la terre et en donnant un coup de main à l’entrepôt de VISPE, alors j’ai décidé de prolonger mon séjour et de me consacrer non seulement aux soins du verger mais aussi à d’autres tâches. 

Par exemple, en aidant les habitants à déménager, en effectuant des livraisons pour le marché VISPE ou en remplissant des conteneurs destinés à être envoyés aux différentes missions dans le monde.

Plus d’un mois s’est écoulé depuis mon premier jour ici, et je suis maintenant entré dans l’équilibre agréable de cette réalité. Travailler pour un objectif commun et travailler dur pour quelque chose de valable, quel que soit le travail, me fait du bien et remplit mes journées, à tel point que j’ai commencé à penser à quelque chose de plus qu’un simple champ à cultiver.

Au fil des jours, j’ai fait de nouvelles connaissances et j’ai découvert beaucoup d’autres points de vue et d’histoires parallèles que je n’aurais jamais pu connaître si j’étais resté à la maison à ne rien faire. En fait, presque à la fin du deuxième mois de vie commune, et après une réflexion approfondie sur les raisons, si avant je disais à Sebastiano de me parler du Burundi, aujourd’hui je le dis à ma mère….. JE VAIS VOUS PARLER DU BURUNDI !

Emanuele

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