CIAO SUORINA, GRAZIE DI TUTTO.
I giovani del Vispe ricordano sorella Maria Assunta

17 Dicembre 2020

“Sorella Mari: era piccola ma era un concentrato di energia” l’ha ricordata così, sorella Gloriosa, lunedì sera durante la recita del rosario nella chiesetta di Badile. “Ho un caro ricordo di sorella Mari”, racconta Daniele: “una persona sempre sorridente e gentile, che trasmetteva calma solo a starle vicino. Molto rispetto mi ha sempre suscitato, lei, che ha donato la sua vita ai poveri, agli sconosciuti, con la serenità di chi non ha da chiedere nulla in cambio”. Era una presenza silenziosa sorella Mari “ma sempre pronta a donare un sorriso che sapeva contagiare tutti, e regalare felicità a chiunque incontrava” così la ricorda Chiara.

“Mamma Assunta, così si chiama nella mia famiglia e così la ricordano in tanti” racconta Chantal

“solitamente l’Assunta arrivava a Badile la domenica pomeriggio in macchina insieme al Paolo e al Salvatore. Ma come sempre, prima che lei arrivasse, c’erano già pronte le commesse da preparare per i suoi poveri che però non erano solo poveri, perché erano suoi amici: il vicino di casa, la vedova che abitava nel quartiere e molti altri. Spesso quando arrivava a Badile, raccontava la loro storia e il povero assumeva così una voce, un volto. Lo faceva con una semplicità tale da travolgere per l’Amore che traspariva dalle tue parole. C’è un grande insegnamento che porto nel cuore: la precisione. Non dimenticherò mai il metodo con cui facevi ogni cosa, l’importanza dell’ordine, la meticolosità nel preparare ogni scatolone, per riempire ogni minuscolo spazio”.

E proprio su quella macchina che era arrivata a Badile carica di vestiti e scatoloni, sorella Mari tornava poi nella sua Quarto Oggiaro, dove, da qualche anno viveva tra i poveri di questo quartiere a nord di Milano. “Ricordo quando insieme a sorella Maria Luisa e sorella Anna ha invitato tutto il gruppo giovani a Quarto Oggiaro, nel vostro piccolo appartamento in quegli enormi e malconci palazzoni”, racconta Serena, “rimasi davvero colpita dal contesto e dalla sua capacità di essere al fianco di chi aveva bisogno, di chi viveva nella periferia della periferia… ai poveri… qui in Italia, come aveva fatto anche in missione. Era una presenza discreta, semplice e  silenziosa ma capace di donare conforto e speranza”.

Molti di noi ricordano sorella Mari a Viso: in cucina a preparare minestroni con erbe appena raccolte o in mezzo ai prati a raccogliere “viole fresche che avrebbe messo poi nell’insalata” come racconta Cecilia. Era nota per i suoi fantastici infusi “faceva spesso delle passeggiate intorno alla baita alla ricerca di chissà quali foglie e fiori per preparare le sue tisane che alla sera ci offriva con un dolce sorriso” ricorda Irene. Ma i più piccoli ricordano il suo sciroppo per la tosse: miele, zenzero e limone “un cucchiaino di quell’intruglio alla sera e tutto passava”. “Mi chiedeva sempre come stava la nonna”, racconta Edoardo, “si erano conosciute nella cucina di Viso ed erano diventate molto amiche. Qualche giorno fa nonna Anna mi ha raccontato un episodio successo in campeggio: era tornata in baita da una breve passeggiata, aveva aperto la sua borsa e vi aveva trovato dentro dei fiori profumati. Era opera di sorella Mari naturalmente”. Un anno, in particolare, Sebastiano ricorda che sorella Mari aveva accompagnato gli adolescenti, conosciuti in campeggio a Viso, al campo lavoro al Sermig di Torino “ero andato a prenderli l’ultimo giorno e avevo passato con loro il tempo del pranzo e del viaggio di ritorno. Oltre ai racconti entusiasti dei ragazzi dopo la settimana intensa appena trascorsa, c’erano anche quelli di sorella Mari, questo per dire che non era semplicemente lì a tener d’occhio i ragazzi, ma era assolutamente partecipe. Ennesima dimostrazione che in ogni cosa che faceva ci metteva il cuore, il sorriso e tutta sé stessa”.

Era “piccola e minuta, ma vivace e coraggiosa”, ricorda Micaela, “semplice, povera d’oggetti ma ricca d’animo. Premurosa, buona, capace di trovare sempre la soluzione a qualunque problema quando noi, miopi, non riuscivamo a visualizzarla. Tanti sono gli aggettivi per descrivere sorella Maria Assunta, semplicemente Mari per chi le era accanto. Tanti aggettivi per raccontare la sua energia e la sua sana esuberanza, tanti per la sua dolcezza e attenzione verso l’Altro. Capitava che il telefono iniziasse a squillare, sul display la scritta Sorella Maria Assunta. E da lì partiva una lunga chiacchierata… Sempre la parola giusta, sempre un complimento, e sempre un ricordo e un incoraggiamento ad essere Presenti. Questo rimarrà di te, Sorella Maria Assunta: la tua Presenza, anche oggi che ci guidi da lassù”.

Così  era sorella Mari: minuta ma dal cuore grande, instancabile, attenta, dolce, sempre positiva, capace di cogliere il bello anche nelle situazioni più  difficile.

Ciao suorina, grazie di tutto!

I tuoi ragazzi

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