Le persone e le loro storie sconfiggono la mia stanchezza…

26 Ottobre 2021

22 ottobre 2021, Batallas

Nell’ultimo periodo mi trovo in un tempo diverso dal solito, da quando ci è stata comunicata la data di rientro il tempo inevitabilmente si è come riquantificato e definito in un modo diverso. È come se l’avere una data di “fine” (che fine non è) ti restituisca parte del vissuto dei mesi trascorsi e dei rapporti che mi hanno nutrito ogni giorno. Improvvisamente è come se mi accorgessi della pienezza dei mesi trascorsi qui.

Questa settimana mi sono scoperta a ringraziare con più coscienza gli incontri con le famiglie che visitiamo il mercoledì. È qualcosa che da marzo ci accompagna come appuntamento “fisso”, ma ogni volta in realtà è nuovo e ci fa dei grandi regali contraddistinti dalla semplicità di queste persone che sempre di più desidero che mi educhi su molte cose.

In queste ultime settimane ho avvertito un po’ di più la stanchezza fisica ed ero impaurita che potesse in qualche modo impedirmi di godere di tutto quello che accade qui ogni giorno, non permettendomi di sentire e stare con le persone nella modalità vera e autentica che la gente di qui mi ha mostrato essere possibile.

Mercoledì abbiamo visitato le famiglie portando una torta e un refresco da condividere insieme. Verso la fine del pomeriggio siamo arrivati a casa di Senovio a cui si fa sempre la medicazione per pulire le ferite sulle gambe e piedi che lo accompagnano da tantissimi anni. La sua sofferenza, nonostante il momento insieme è sempre pieno di risate, è tangibile ed evidente, anche quando le ferite non si riaprono più del solito. In particolare, in quel momento mi sono trovata felice e fortunata di poter vivere con lui questa sofferenza, perché è stata la prova del fatto che io posso essere limitata dalla mia stessa stanchezza (ad esempio), ma l’incontro con queste persone vince e mi “obbliga” a non perdermi la possibilità d’incontro con loro. Insomma, rendermi conto che comunque riuscivo a sentire visibilmente il suo dolore, è stata la prova del fatto che la verità di queste persone, comunque è più forte di qualsiasi mio timore, stanchezza, inadeguatezza.

La mattina dopo, nella preghiera mattutina, mi sono venuti in mente tanti semplici particolari della giornata precedente per i quali non potevo fare altro che dire grazie per la vittoria che avevano avuto su di me, sulla mia paura di non riuscire, sulla mia stessa stanchezza.

Gli occhi di Maruka che mi sbirciano sorridendo dal basso del cappello tutto scucito che le copre quasi tutto il volto, la nonna di Johnatan che pur essendo completamente persa non smette di essere triste per suo nipote che non può camminare e te lo grida in faccia, la Petro che continua a chiederci quando andiamo a fare una passeggiata tutti insieme, La Gervasia che non smetterebbe mai di raccontarci perché non ha incontrato un uomo che la sposasse (per colpa dei tori, non sua), la Placida che prima che ce ne andiamo corre a recuperare uno dei loro formaggi e ce lo regala con in sottofondo sua mamma che in aymarà commenta che non ne può più di mangiare formaggio.

Insomma, felice di constatare che nonostante tutte le fatiche che si possono incontrare e tutti i limiti che si possono avere, la realtà che ogni giorno ti si fa incontro è piena (e questo tipo di vita ti aiuta sicuramente a coglierli tutti) di eventi che accadono e con gratuità ti si presentano. Tocca solo “starci”. E in questo senso la compagnia che ci si fa in casa aiuta ognuno di noi a dire di “sì” a queste cose che succedono e che ti salvano. Come ad esempio è stato molto evidente nella costruzione del deposito e del chiosco nella quale mi sono stupito ogni giorno del rapporto con Vico e di come fosse bello apprendere da lui per costruire una cosa che sarà per tutti.

Federico ed Elisa

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